lunedì 23 marzo 2009

Un mondo di donne con i pantaloni - La Nuova Sardegna — 13 marzo 2008


“Donne con le gonne” era quel famoso film degli anni Novanta interpretato da Francesco Nuti che raccontava la storia di un dentista convinto che le donne dovessero unicamente ricoprire il ruolo di madri e mogli. Qualche settimana fa per cause di lavoro mi sono ritrovato a viaggiare sul treno per Cagliari la domenica pomeriggio; erano ormai anni che non prendevo più il treno per spostarmi e devo dire con una certa curiosità e mio malgrado mi sono deciso a partire e a cominciare questa curiosa riflessione sul gentil sesso. Stranamente il treno era pieno di sole giovani studentesse che si recavano a Cagliari per chiari motivi di studio, ancor più strano che di maschietti nemmeno l’ombra, sì qualcuno c’era ma dall’abbigliamento sembravano più doversi recare per iniziare una settimana di lavoro che per motivi di studio. Noi maschietti siamo troppo arrivisti, preferiamo lavorare subito e magari pensare a una bella automobile da comprare a rate con l’acconto del primo stipendio anzichè finire gli studi e provare a diventare qualcuno, a raggiungere una posizione. Ogni giorno che passa mi rendo più conto che viviamo in un mondo di donne e tutte con i pantaloni, ormai sono dappertutto e inesorabilmente ci stanno braccando vogliono ricoprire ogni ruolo senza pregiudizi e senza più complessi. I tempi ormai sono cambiati la donna si è ritagliata un ruolo decisamente attivo nella società e adesso non si ferma più, le zitelle non esitono più così come quella stupida condizione. Oggi si parla di single, di convivenza, di emancipazione galoppante la donna adesso vuole fare quasi tutto quello che prima facevano solo gli uomini, e gli uomi che fanno? Stanno a guardare? A volte sì, a volte addirittura si mettono a fare le donne, ecco che l’uomo prende le abitudini piu comuni delle donne: la cura maniacale del corpo, il modo di vestire quello di atteggiarsi, ormai i ruoli sono scambievoli. Maurizio Caredda Ozieri

In verita' questo articolo si concludeva in altro modo, ma per evidenti ragioni il direttore della Nuova Sardegna aveva provveduto a censurare. se non ricordo male terminava cosi.

"Ho un amica molto speciale che, conoscendo il mio modo di pensare, ogni tanto mi accusa di essere un po maschilista. Lei sa che io ho sempre sostenuto che le donne non avendo quegli "attributi" che solo gli uomini hanno, hanno il vantaggio di non doverli usare per pensare. Ecco quale è il loro vantaggio, cerchiamo di sfruttarlo a fin di bene!!!"

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