lunedì 23 marzo 2009

Le banche italiane non rischiano nulla - la Nuova Sardegna — 15 ottobre 2008


Sono ormai giorni che tutte le attenzioni dei media sono rivolte alla catastrofe finanziaria mondiale che sembrava davvero senza precedenti. Ha iniziato l’America con i mutui subprime e il fallimento di alcune grandi banche di investimento e poi a seguire sono state le borse a precipitare quotidianamente fino a raggiungere i minimi storici. Il pensiero fisso di noi italiani e rivolto alle nostre banche: riusciranno a salvare i nostri depositi nei conti correnti? Oppure rischiamo di rimanere in fila nei bancomat senza poter più prelevare i nostri quattrini? Innanzitutto, sono poche sono le banche di investimento in Italia e ancor meno quelle che si sono accollate titoli e obbligazioni a rischio, perchè in quel caso le avrebbero, molto furbescamente, già vendute ai propri ignari clienti. Le nostre banche sono quasi tutte commerciali e quindi pensano bene a spremere il proprio correntista con costi di commissioni e interessi passivi da capogiro. E quando devono prestare il loro sangue (leggi soldi per mutui e prestiti vari), lo fanno con il contagocce e, sopratutto, a garanzia chiedono beni tre volte superiore al necessario, badando bene di valutare solo la capacità restitutiva del cliente e mai l’iniziativa imprenditoriale. Per di più, ci ha pensato lo Stato a obbligarci ad avere un conto bancario per poter lavorare, aumentando ancora di più gli utili delle banche. Pertanto, bisogna rendersi conto che il “potere bancario” italiano non rischia assolutamente niente, continuerà a ingrassare con i nostri quattrini, come sempre ha fatto, e se un giorno avrà bisogno di un aiutino ci penserà lo Stato a foraggiare le banche, con i nostri soldi. Maurizio Caredda

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