Ricordo anni fa quando ero bambino che il giovedi era il giorno sacro, mezza italia stava attacata alla tv per ammirare le prodezze intelletuali dei concorrenti del quiz di Mike Bongiorno. Le domande che venivano sottoposte ai concorrenti erano sempre difficilissime e solo il migliore diventava milionario. Tutto questo era uno stimolo per andare avanti negli studi e cercare di diventare qualcuno così da emulare dette prodezze. Ora i tempi sono cambiati, i quiz ci sono ancora ma si sono trasformati in test e le domande non sono poi cosi difficili, non è neccessario essere dei crani per parteciparvi, a volte per vincere basta solo saper scegliere un pacco e niente di più. Oggi si sogna di diventare famosi e fare carriera più per un colpo di fondoschiena che per capacità, conoscenza e cultura. Oggi imperversa la cultura del nulla, quella dell’apparire anzichè essere, quella insulsa dei reality show che pullulano nelle nostre televisioni dove si diventa famosi mostrando una paio di tette al silicone o tirando un bicchiere in testa a qualche altro concorrente. L’impoverimento è generale ed è frutto della cultura televisiva degli ultimi 20 anni oltre al decadimento morale e culturale dei nostri tempi. Non so se mai ci sarà un’inversione di tendenza ma una cosa è certa: la cultura è, e sarà sempre, quello che ognuno di noi ricorda dopo aver dimenticato tutto, chissa di questi tempi cosa converrà ricordare... Maurizio Caredda Ozieri
lunedì 23 marzo 2009
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