martedì 16 ottobre 2018

DIVERSAMENTE AMMINISTRATORI


Messo da parte, almeno per il momento
e fino a nuovo ordine, il solito e inconcludente tran tran municipale, in una Ozieri che dopo undici anni di sinistra affonda e affoga in tutti i sensi si è presentato qualche giorno fa e addirittura in Consiglio comunale, l’esperto in bidoni e ciambelle regionali che va sotto il nome di Luigi Arru, vale a dire l’attuale assessore alla sanità della Regione, ricevuto con baci e abbracci dal nostro Murgione e dallo staff dei compagni, venuto a raccontare di come sia riuscito, insieme alla sua derelitta maggioranza che guida la Regione, o almeno di quello che ne rimane, come si fa a smantellare il servizio sanitario pubblico e, seguendo la teoria della ciambella, che lo stesso Arru propaganda e diffonde da quasi cinque anni, esporre la narrazione di quel “buco nero” che è rappresentato dalle zone interne della Sardegna.
Insomma, è dai primi mesi del 2014 che questo assessore gira in lungo e in largo l’Isola a spiegare, ad amministratori locali sprovveduti, fra i quali i nostri in una pausa del cazzeggio comunale antifascista, che il buono della Sardegna, la parte “commestibile” insomma, starebbe lungo le coste o giù di lì mentre quello che ci sta dentro, le zone interne appunto, sono niente altro che la zavorra che impedisce ai primi di stare da Pascià. E allora vai con la chiusura delle scuole, e poi la chiusura degli uffici pubblici, ad iniziare da quelli regionali, e poi tutto il resto compresi gli ospedali delle zone interne tanto invisi ad Arru, Pigliaru e compagni che poi non disdegnano di lanciare l’allarme sullo spopolamento!
Non che l’opposizione abbia dato prova di grande coraggio, peraltro, infatti sembrano tutti recitare una parte ben precisa. A iniziare da Nannino che da tempo va raccontando del cosidetto I° livello Alghero-Ozieri mentre in realtà si tratta di I° livello per Alghero e una bella casa di riposo per Ozieri, di quelle che piacciono tanto al primo cittadino, per intenderci. Per non parlare di tutto il resto di quello che rimane della “classe” politica cittadina.
Gli indignados che albergano nel Palazzaccio, quindi, nel disinteresse della cittadinanza aggiungiamo noi, alla quale poco importa delle indignazioni municipali, sono impegnatissimi a demolire quel che resta di Ozieri. Continuano imperterriti nel loro impegno quotidiano a chiudere ospedale, uffici, scuole tanto che non hanno neanche il tempo di ricevere i cittadini, almeno quei pochi che ancora varcano la porta del municipio, e che regolarmente si trovano davanti a cartelli della serie “L’assessore/a riceve dalle ore….  alle ore….”. Capirai gli impegni, assessori comunali che, in questo caso, non sono in grado di distinguere la differenza che intercorre fra una delibera e una determina, si fanno desiderare anche, a questo siamo arrivati!
Nel frattempo iniziano, almeno a livello regionale, le prime manovre e schermaglie per le prossime elezioni. Il partito del vice sindaco Boccitta inizia a smarcarsi dall’attuale maggioranza regionale, probabilmente subdorando la battosta, cosa questa che metterebbe non poco in difficoltà l’ex assessore super votato che a Ozieri si troverebbe a dover chiedere voti a sinistra per andare a destra e a destra per stare a sinistra. Non pervenuto l’ex Timbratore, scomparso dai radar politici ma, pensiamo noi, in furbesca attesa e ben attento a tenere il piede in due staffe. Di candidature locali  poco si parla, se non quella ufficiale di Fratelli d’Italia che, secondo alcuni dovrebbe essere la candidatura del centro-destra, forte dell'astensione dei NannoCubetti, oramai diversamente Forzisti che ufficialmente  dichiarano di desistere dall'indicare un candidato di bandiera a favore del candidato FDI, insomma un centro-destra unito,almeno sulla carta, su un nome che hanno deciso in quattro dentro uno sgabuzzino e che per il fatto di aver tirato fuori per primo le corna, deve o meglio dovrebbe, rappresentare in solitudine il centro destra cittadino !
Ci torneremo sopra!

venerdì 5 ottobre 2018

ABBIAMO SCONFITTO LA SANITA'

Non ci siamo gettati nella mischia di queste ultime settimane, riguardo la
vicenda dell'ennesimo ridimensionamento dei servizi ospedalieri del Segni e lo abbiamo fatto dal momento che bene o male, in maniera unitaria, l'insulsa maggioranza comunale accompagnata dalle, ancora per quanto non si sa ben due opposizioni, ci rappresentavano degnamente. Un sussulto di orgoglio cittadino che ha visto risvegliarsi dal torpore estivo e dalle spaccature che ben conosciamo, la compagine di PROGETTO OZIERI, sempre attenta a inseguire l'altra opposizione, capeggiata come ben sappiamo da Marco Peralta. Una vicenda, quella della delibera regionale di ridimensionamento del reparto di chirurgia e pronto soccorso che ha risvegliato, come sempre accade quando è di mezzo la sorte del nostro nosocomio, l’orgoglio di tutti noi Ozieresi e del “popolo di infermieri”. Non sono bastate, come era fin troppo chiaro sin dall'inizio, le rassicurazioni del non troppo onorevole , ancora per quanto non si sa' assessore Arru che nella assemblea pubblica convocata da Mugione in fretta e furia nella sala consilare, aveva millantato una  sorta di conciliante sospensione della delibera di ridimensionamento in questione. Ora che è tutto chiaro che questo primo di livello era solo una GRANDE presa per il CULO, ci si chiede il perché di tutto ciò, cercando a destra e a manca responsabilità da strumentalizzare nella prossima campagna elettorale delle regionali. I motivi sono ben chiari da tempo: in primis il fatto che da quando è stato inserito il profitto nella sanità, le attuali, non sono altro che le inevitabili conseguenze della posizione territoriale, dello spopolamento e del conseguente calo di prestazioni, seguito dal comportamento di certi “Dottori”, più impegnati politicamente a perseguire carriere che a fare bene il proprio lavoro e a noi stessi ozieresi che preferiamo rivolgerci a ben altri lidi,  dove ci sentiamo più tutelati ad affidare la nostra di salute, per motivi facilmente immaginabili. Ozieri è in continua decadenza, non solo per lo migrazione naturale che vede le nuove generazioni emigrare per motivi economici ma anche per la mancanza di unità dei nostri interlocutori politici, sempre pronti a contrapporsi in insulse battaglie di baronato che hanno contribuito, inevitabilmente, a portarci in questa SITUAZIONE.