Da quando il governo ha proposto l’aumento dell’Iva sugli abbonamenti alle pay tv dal 10 al 20% tutti hanno qualcosa da recriminare: Murdoch, padrone di Sky, parla di aggravio sulle tasche delle famiglie in difficoltà. La sinistra del solito conflitto di interessi. La realta è che l’abbonamento alle televisioni a pagamento non è un bene di prima neccessita ma un lusso e per tale ragione non si puo parlare di aggravio di spese sulle famiglie italiane. La sinistra si è dimenticata che quando il poco fortunato governo D’Alema negli anni ’90 creò l’alternativa a Telepiù facendo nascere Stream, aggravò per il “bene” della concorrenza solo le tasche degli italiani, portando il costo dell’abbonamento per vedere tutte le partite di una stessa squadra del cuore da 400mila lire a ben 800. Ora che si puo scegliere a vantaggio di un netto risparmio senza essere costretti, per vedere tutto il calcio, a pagare film e quant’altro sebbene con qualche seno rifatto e sorriso al silicone in meno, anche cosi non va bene. Si rispolvera il solito conflitto di interessi mai risolto. Ebbene sì, è vero che se Sky aumenta il canone per effetto dell’aumento dell’Iva poi tutti fanno disdetta e si abbonano a Mediaset che costa meno. Ma cari padroni delle pay tv italiane Berlusconi e Murdock; visto e considerato che non fate parte delle famiglie in difficolta rinunciate a parte dei vostri ricavi e lasciate le cose come stanno accontentandovi del 10% di ricavo in meno. Dopotutto si tratta di beneficenza visto e considerato che quei proventi saranno a vantaggio delle famiglie in difficoltà. Sarebbe il miglior regalo di Natale. Maurizio Caredda
Nessun commento:
Posta un commento