Quando si parla di
cateteri e cateterizzati, ad Ozieri, sapete bene che il nome che viene subito
in mente è uno solo ed infatti ecco che finalmente entra prepotentemente in
scena il nostro eroe, Gigiotto,
l’idrovora fatto candidato, che a dire il vero non ha mai amato bazzicare i
salotti buoni della sinistra cittadina. Nei giorni in cui tutti, da Leo allo Smilzo, da Carmelino a Bice,
dal Cognatino a Uccino e persino Penna
Bianca stavano attorno al capezzale della moribonda, Gigi, se ne andava caracollando bel bello a cercare voti per i
vicoli cittadini con le tasche piene di santini ma soprattutto di cateteri di
tutte le misure. Alle 18 di un lunedì trilla il telefonino dell’allora non
ancora assessore: è Leo che lo
chiama e gli ordina di recarsi subito in via omissis, con l’occorrente
per una cateterizzazione urgente. Ebbene, per parafrasare il grande Alessandro Manzoni nel capitolo X dei
Promessi Sposi, quello della Monaca di Monza per intenderci, diciamo che “Lo
sventurato rispose”. Non ce ne vogliano i nostri lettori se ogni tanto ci
lasciamo andare a citazioni dotte o a riferimenti eruditi, ma non sono, questi,
puri esercizi di retorica bensì reminiscenze dei tempi delle superiori, quando
la letteratura italiana e latina la insegnavano i laureati in lettere e non
quelli in filosofia. Al liceo di Ozieri, ad esempio, molti anni fa c’era un
severo insegnante di lettere, un professore che parlava in italiano colto,
pensava in latino, esclamava in greco e soprattutto bocciava in sardo! Era
solito affermare che “Barba non
facit philosophum”, cioè a dire che non basta avere la barba per essere
filosofi. In effetti anche dalle nostre parti ci sarebbe un barbuto con laurea
in filosofia e, a questo proposito, il detto latino del professore calza a
pennello. Infatti poco di filosofico c'è nel nostro Leo che ha più i caratteri sacerdotali acquisiti negli anni del
seminario. A lui piace barcamenarsi ora di qua, ora di là, sempre alla ricerca
della via di mezzo e chi ha sudato sette camicie sui grandi autori della Roma
imperiale ricorderà bene il più grande di tutti, cioè Orazio, uno che ha influenzato la letteratura europea fino all'800.
Proprio lui era il poeta della “mediocritas” (ovvero della via di mezzo) e della “metriotes” (cioè a dire della moderazione)
anche se, come Leo per l'appunto,
non disdegnava l'epicureismo e soprattutto il buon vino!!
A
questo punto conviene che ci fermiamo qui, almeno per il momento, anche per
evitare di diventare come il protagonista di una delle più belle satire del
grande Orazio, e cioè la IX del I
libro intitolata “IL SECCATORE”!!!
Fine II puntata
Continua
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