Qualche anno fa, avevo accolto con rammarico la decisione delle ferrovie dello stato di accontentare le richieste dell’allora amministrazione comunale di Ozieri, di cambiare il nome della Stazione Ferroviaria: da “Stazione di Chilivani” a “Stazione di Ozieri-Chilivani”.
Tutti sanno che io sono Ozierese d’adozione in quanto “Africano Casteddaiu” di nascita, ma soprattutto, tutti sanno che sono un Chilivanese di “ROTAIA”, duro e testardo come le rotaie che ardono sotto il sole cocente dell’estate.
Stessa sorte, a distanza di anni, è toccata al glorioso ippodromo regionale di Chilivani Don Deodato Meloni, che con il ridimensionamento a ippodrometto comunale, è diventato: “Ippodromo di Chilivani Ozieri”.
Ieri, vista la bella giornata, sono andato a passeggiare con mio figlio Mario, alla prima giornata di corse della nuova gestione Comunale, ebbene, ho potuto constatare di persona che è cambiato solo il NOME.
Tutto il resto è rimasto uguale: stesso numero di corse, ma con montepremi più magro; stessi GENERALI con le redini dirigenziali, e mio malgrado, stessi SOLDATI ovvero stesso personale di sempre, ben imparentato con l'ambiente dell’ex Istituto Incremento Ippico della Sardegna.
E’ vero che siamo all’inizio, cosi come mi ha ribadito il caro Sindaco Ladu, e c’e’ bisogno d’ESPERIENZA, è vero anche, che queste persone hanno diritto a lavorare, ma è vero anche che oltre ai parenti di dipendenti o ex dipendenti dell’istituto incremento ippico della Sardegna ci sono anche i così detti "FIGLI DI BUONA DONNA", che avrebbero gli stessi diritti di concorrere a queste occasioni di lavoro.
Amara la sorpresa per i commercianti ambulanti, i quali si sono visti ingiungere ben 37euro per giornata di corsa, come tassa per il suolo pubblico, contro i 25euro degli anni passati.
Non tutti hanno voluto pagare, e mi complimento con chi ha fatto questa scelta, visto che: se lo spettacolo diminuisce (vedi montepremi corse) è chiaro che viene meno l’interesse dello spettatore ed operatore ippico, e di conseguenza diminuisce anche il business degli ambulanti.
Per finire ho incontrato anche il caro amico Paolo Puddu, che, come tutti sappiamo è l’amministratore della società “Ippodromo di Chilivani Ozieri srl”, e che, indirettamente è al centro della polemica da me sollevata, riguardo il fatto che sia giusto o meno che ex pensionati dell’istituto Incremento Ippico debbano o meno rinunciare volontariamente al loro compenso per lasciare i danari a remunerare meglio altre mansioni.
Ebbene l’amico Paolo si è avvicinato a salutarmi e a stringere la guancia di mio figlio Mario, e con tono distensivo e sorridente mi ha domandato: “Mauri’ ma dice che c’e’ l’hai con noi?” io gli risposto con una metafora: “Caro Paolo, ci sono quelle persone che vanno in chiesa per ascoltare la messa e quando passa il chierichetto per la questua danno 1euro, ci sono quelli che danno 10euro, e ci sono anche quelli che non “DANNO NIENTE”, ma davanti a Dio (E NON SOLO) sono e saranno sempre tutti dei buoni “Cristiani”..…….
Tutti sanno che io sono Ozierese d’adozione in quanto “Africano Casteddaiu” di nascita, ma soprattutto, tutti sanno che sono un Chilivanese di “ROTAIA”, duro e testardo come le rotaie che ardono sotto il sole cocente dell’estate.
Stessa sorte, a distanza di anni, è toccata al glorioso ippodromo regionale di Chilivani Don Deodato Meloni, che con il ridimensionamento a ippodrometto comunale, è diventato: “Ippodromo di Chilivani Ozieri”.
Ieri, vista la bella giornata, sono andato a passeggiare con mio figlio Mario, alla prima giornata di corse della nuova gestione Comunale, ebbene, ho potuto constatare di persona che è cambiato solo il NOME.
Tutto il resto è rimasto uguale: stesso numero di corse, ma con montepremi più magro; stessi GENERALI con le redini dirigenziali, e mio malgrado, stessi SOLDATI ovvero stesso personale di sempre, ben imparentato con l'ambiente dell’ex Istituto Incremento Ippico della Sardegna.
E’ vero che siamo all’inizio, cosi come mi ha ribadito il caro Sindaco Ladu, e c’e’ bisogno d’ESPERIENZA, è vero anche, che queste persone hanno diritto a lavorare, ma è vero anche che oltre ai parenti di dipendenti o ex dipendenti dell’istituto incremento ippico della Sardegna ci sono anche i così detti "FIGLI DI BUONA DONNA", che avrebbero gli stessi diritti di concorrere a queste occasioni di lavoro.
Amara la sorpresa per i commercianti ambulanti, i quali si sono visti ingiungere ben 37euro per giornata di corsa, come tassa per il suolo pubblico, contro i 25euro degli anni passati.
Non tutti hanno voluto pagare, e mi complimento con chi ha fatto questa scelta, visto che: se lo spettacolo diminuisce (vedi montepremi corse) è chiaro che viene meno l’interesse dello spettatore ed operatore ippico, e di conseguenza diminuisce anche il business degli ambulanti.
Per finire ho incontrato anche il caro amico Paolo Puddu, che, come tutti sappiamo è l’amministratore della società “Ippodromo di Chilivani Ozieri srl”, e che, indirettamente è al centro della polemica da me sollevata, riguardo il fatto che sia giusto o meno che ex pensionati dell’istituto Incremento Ippico debbano o meno rinunciare volontariamente al loro compenso per lasciare i danari a remunerare meglio altre mansioni.
Ebbene l’amico Paolo si è avvicinato a salutarmi e a stringere la guancia di mio figlio Mario, e con tono distensivo e sorridente mi ha domandato: “Mauri’ ma dice che c’e’ l’hai con noi?” io gli risposto con una metafora: “Caro Paolo, ci sono quelle persone che vanno in chiesa per ascoltare la messa e quando passa il chierichetto per la questua danno 1euro, ci sono quelli che danno 10euro, e ci sono anche quelli che non “DANNO NIENTE”, ma davanti a Dio (E NON SOLO) sono e saranno sempre tutti dei buoni “Cristiani”..…….
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