Sia come sia la cerimonia andò avanti abbastanza rapidamente, tuttavia al posto di un brano del Vangelo si optò, date le circostanze, per la lettura di una breve riflessione tratta dal III capitolo del capolavoro “Dialoghi con la Notte” di Nichi Vendola: “Io credo che dobbiamo avere il coraggio di nominare la notte e di costruire collettivamente la narrazione dell’attesa dell’alba. Ma per andare incontro all’alba abbiamo bisogno di ricostruire dentro di noi la volontà soggettiva, una volontà convertita, di cercare luce. Dobbiamo ritrovare la nostalgia della luce, dobbiamo preparare una culla per quell’alba, dobbiamo andarle incontro. Speriamo che si tratti di qualcosa che potremmo raccontare in prima persona, perché vorrà dire che avremo sconfitto il buio della notte, che avremo preservato la bellezza e la decenza dalle insidie delle tenebre”. A seguire un breve dibattito di circa tre quarti d’ora e si passò finalmente all’omelia che il parroco, con grande sensibilità, lasciò a Leo che così esordì: ((Carissimi fratelli e sor…., ehm, scusate, carissimi compagni e compagne, siamo quì oggi per portare l’ultimo saluto alla nostra cara, impareggiabile Zia Peppina che ci ha improvvisamente lasciati, due giorni fa, proprio quando era arrivato il tanto atteso momento della riscossa. Zia Peppina non è più con noi ma il suo spirito aleggia in queste navate, avvolge i nostri pensieri, protegge il nostro agire, invade il nostro cuore. Quanti ricordi si affacciano nella mia mente, quando da piccolo democristiano giocavo nei vicoli di Corralzu e lei mi chiamava”Leonà, Leonà, lassalo narrere sos peideroso!” E’ stata per noi un faro, una guida nel bene e nel male, ci ha aiutato a superare i terribili momenti di quando, nel Palazzaccio imperversavano Fadda e Cubetto, anni bui e di sofferenza. In quegli anni lei, pensionata al minimo non arrivava a metà della seconda settimana del mese ma non si lamentava, accettava tutto con dignità e quando andava in Comune a cercare un aiuto ai Servizi Sociali spesso veniva cacciata fuori in malo modo da quelle Dirigenti che, come primo atto della nuova Giunta, provvederemo subito a rieducare! Mentre ad Ozieri imperversava l’odiata destra lei soffriva in silenzio e solo Carmelino portava il suo grido di dolore nel Consiglio comunale. E’ venuta a mancare proprio nel momento del trionfo, troppo grande è stata la gioia di vedere finalmente il Palazzaccio conquistato, gli usurpatori cacciati, le Arpie zittite, e troppo forti sono state per lei le emozioni che si sono susseguite negli ultimi giorni, mercoledì scorso la vittoria del suo adorato Milan in Coppa dei Campioni e lunedì la gioia della vittoria elettorale, e così il suo grande cuore di compagna indomita non ha retto. Addio Peppina, non ti dimenticheremo mai, da lassù guida i nostri passi, fortifica i nostri ideali, illumina il nostro cammino!!)).
AMEN!
La prossima puntata il testamento olografo di Zia Peppina
AMEN!
La prossima puntata il testamento olografo di Zia Peppina
2 commenti:
Mi viene da piangere, povera Zia Peppina se sapesse come hanno ridotto Ozieri i cari compagni....!!
E come l'hanno ridotta! Dieci anni fa Ozieri era una landa deserta e oggi è un'isola felice, passiamo da una festa all'altra, meglio di così.. si muore!!
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