Col termine “Pezzenteria”, il dizionario della lingua italiana definisce l’azione del“Pezzente”, ovvero di quell’essere mendicante e straccione che vive in estrema miseria. Sinceramente non avrei mai pensato che un Consigliere Comunale del Comune di Ozieri, ne potesse definire in questo modo un’altro. Da parte mia va tutta la solidarietà al consigliere Antonio Doneddu e al coordinatore del PDL Nanni Terrosu per le frivolezze che ho letto qualche giorno fa sul quotidiano “La Nuova Sardegna” dette dal consigliere comunale Carmelo Lostia. Mi ricordo in televisione durante la trasmissione Ballaro’, un autorevole esponente della sinistra italiana Massimo d’Alema che sollecitato dal giornalista Sallusti, relativamente ad una vicenda di affitti a prezzi contenuti per personaggi autorevoli rispose “Vai a farti fottere bugiardo”. Noi nel cagliaritano usiamo dire: “A Cuaddu Friau sa sedda du pizziada” ovvero, quando qualcuno sbotta in malo modo vedendosi alle corde, vuol dire che è stato colpito nell’anima. "Sinceramente" relativamente alle accuse dell’opposizione caro Carmelo, avrei risposto in altro modo. Per esempio: potevi dire che siete stati costretti a nominare tua moglie assessore perche’ alla fine il tuo partito e giusto una cordata familiare e che gli iscritti sono giusto i tuoi parenti. Potevi dire che tutti hanno diritto di lavorare part time al Comune di Ozieri compresa tua figlia e tua nipote, con tutto il rispetto per la loro persona e per la capacità che hanno dimostrato nel ricoprire quelle mansioni a tempo determinato. Potevi dire che, chi meglio di un marito sa quanto è brava la propria moglie e quante e tante siano le sue capacità, compresa quella di fare l’Assessore alla Pubblica Istruzione al Comune di Ozieri. Ma hai preferito definire dei Pezzenti coloro che dicono queste cose o che almeno hanno il coraggio di farlo. Ebbene, ti risparmio la fatica di pensarlo e chissa’, di dirlo o scriverlo da qualche parte: Mi definisco anche io un gran Pezzente come Antonio Doneddu e Nanni Terrosu, perché la penso come loro, ovvero dell’inopportunità di fare certe scelte per poter sempre dimostrare che la politica e per servire e non per servirsene e che tutti devono essere rappresentati dalla politica alle medesime condizioni, ma soprattutto che quando si accetta di fare politica, lo si deve fare facendo in modo di non entrare mai in conflitto di interessi familiari, visto che ogni cittadino avrebbe diritto alle stesse opportunità di accesso alla cosa pubblica.
mercoledì 18 agosto 2010
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